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Pubblicato Giovedì, 20 Marzo 2014 14:20
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Scritto da Redazione
Proiettato al Riff nel secondo giorno del Festival, per la categoria dei documentari ci è piaciuto Grey City, un film sui graffiti e sull’aspirazione di libertà che si nasconde dietro coloro che decidono di” colorare” un muro.
Arte o Vandalismo? Questo è da sempre il dibattito attorno a questa forma di espressione. Grey City allora ci prova a risolvere il quesito. Convincendo chi di fronte all’antagonismo delle idee ha un approccio conformista e repressivo. Os GeMeos e Nunca, due sigle famose nell’ambito del graffitismo brasiliano, accanto ad altri gruppi, nella città di San Paolo, ingaggiano una battaglia contro le Istituzioni Locali che nel 2007 varano misure di contenimento nei confronti di questa modalità di comunicazione. Squadre di lavoratori vengono mandate a “ripulire” gli sforzi di giovani “artisti” che dichiaratamente vogliono aggiungere blu, rosso, giallo, verde, e arancio ad una città dal volto grigio che poi è il colore del traffico, dello smog e dei grattacieli che guardano verso l’alto ma schiacciano verso il basso milioni di individui compressi dentro un meccanismo cogente che gli toglie il respiro e lo spazio vitale.
Grey City allora è la narrazione di questa “battaglia” fatta di decisioni amministrative, di bombolette spray, pennelli e vernici che poi si conclude con una concessione del Sindaco. Grey City però è anche uno sguardo sul graffitismo e sulle sue forti connessioni con altre “street arts” come il rap, la break dance.
Ed è proprio questo sguardo didascalico a spiegarci e ricordarci come questa contestata e poi accolta e riconosciuta “arte”, affondi le sue radici nelle periferie del South Bronx americano come grido di protesta e di rivendicazione, a partire dalla fine degli anni Sessanta.
Marco Piervenanzi
Grey City. Documentario.
Diretto da M.Mesquita e G.Valiengo.
Brasil. 2013. HD. Color 80’min.