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Cultura

Il Pastore di Arturo Martini

il pastore
Dopo un anno di costante e accurato lavoro di restauro Il Pastore, “opera dove c’è un niente, come una potenza naturale”, così come amava definirla il suo creatore, Arturo Martini, torna a unirsi alla collezione permanente della Galleria d’Arte Moderna, dove sarà presentata il 28 maggio. L’iniziativa è promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo di Roma – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali; dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro e dalla Fondazione Paola Droghetti Onlus.
 
Il restauro, eseguito presso l’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro è stato possibile grazie al finanziamento di borse di studio per giovani restauratori da parte della Fondazione Paola Droghetti Onlus impegnata, nell’ambito di una pluriennale attività, al recupero e alla valorizzazione del patrimonio artistico. 
 
L’intervento si è reso necessario per il perdurante delicato stato di conservazione della scultura, dovuto anche alla propria condizione strutturale e morfologica che consta di una materia, una tecnica esecutiva e una concezione artistica di per sé fragili.
Una condizione ulteriormente aggravata dal danno subito nel 1974, a causa della rovinosa caduta di un pannello espositivo che la scompose in numerosi frammenti alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna dove era in deposito temporaneo e nonostante l’immediato intervento di restauro realizzato “in modo archeologico” presso il Museo di Villa Giulia.
 
La celebre scultura, capolavoro della collezione capitolina e della scultura italiana del Novecento, è un’opera tra le più suggestive della maturità dell’artista, databile al 1930. 
Statua a grandezza naturale, appartiene a un gruppo di monumentali sculture in terracotta e in materiale refrattario realizzate dall’artista alla fine del secondo decennio del Novecento, alcune delle quali esposte alla Prima Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma del 1931, occasione nella quale – con il noto allestimento della Galleria delle Nicchie nel Palazzo delle Esposizioni – l’artista ottenne il primo premio per la scultura. In quello stesso anno Martini donò  al Governatorato di Roma l’opera che fu subito esposta presso la Galleria Mussolini in Palazzo Caffarelli. 
Fu, quello, il periodo in cui Martini riuscì ad ottenere il successo e il pieno riconoscimento cui aspirava qualificandosi, all’età di 42 anni, come uno tra i più importanti artisti italiani dell’epoca. 
 
In occasione della presentazione dell’opera nella sua “restaurata veste”, dopo i saluti istituzionali da parte  dell’Assessore alla Cultura e al Turismo, Giovanna Marinelli, del Sovrintendente Capitolino ai Beni Culturali Claudio Parisi Presicce, del Direttore dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro Gisella Capponi e del Presidente della Fondazione Paola Droghetti Onlus Vincenzo Ruggieri, verrà proiettato il filmato L’arte, la creta, la vita, per la regia di Serena Lodovici (grafica, riprese video, fonica: Livio Rivolta; produzione: Fondazione Paola Droghetti Onlus).
Nella stessa giornata sarà presentato il volume  Potenze naturali. Il restauro del “Pastore” di Arturo Martini. Storie di restauro a cura di Maria Catalano e Laura D’Agostino, pubblicato da Gangemi Editore, Roma. Il volume fa parte della collana “INTERVENTI d’Arte sull’Arte” della Fondazione Paola Droghetti Onlus.