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Mer17042024

Ultimo aggiornamento05:06:31 PM

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Cultura

Van Gogh: " Camera da letto"

Van GoghOggi io e Mario per innaugurare il primo articolo dell' ARTE DA AMARE del 2016 abbiamo deciso di effettuare la nostra cronaca fuori dal bar in esterna e lo faremo, udite, udite in bicicletta, un veicolo speciale gentilmente messo a disposizione dal nostro sponsor "Ciclistica futuristica" P.zza Amarcord, 623 - Roccachiusa (Bo). 


Molto bene let's go, il nostro mezzo di locomozione è ecologico e super accessoriato, si tratta di un tre ruote bi posto, trazione a pedali con demoltiplicatore di energia, alimentazione con 24 dinamo, ma sì, le care, vecchie e classiche dinamo delle biciclette di una volta, sul tettino abbiamo il pannello solare per alimentare tutti i confort installati, tv lcd, telefono satellitare, computer e ciliegina sulla torta l'immancabile macchinetta del caffè, su richiesta anche due mini pale eoliche biturbo oppure in alternativa due vele a scomparsa idraulica per sfruttare la spinta a favore di vento.


Mario forza pedaliamo, a te l'onore di metterti alla guida tutti i comandi compresi quelli per scrivere il testo sono vocale e mi raccomando non dire parolacce!
-Walter và bene ma almeno prima posso prendere un caffè?
-Oh sì è facile devi solo dire - Caffè espresso per due.


Bene eccoci qua, oggi parleremo di Van Gogh e della sua opera " Camera da letto" 1888, olio su tela formato 72X90, pedalando fra una salita, una discesa e un caffè su due ruote ci dirigiamo verso via degli Scipioni, abbiamo anche il tempo di ammirare le bellezze, una panoramica in sella a una bicicletta è più facile, ma eccoci arrivati io e Mario con uno sguardo d'intesa ci fermiamo, parcheggiamo la bici e stiamo per entrare in teatro nello storico quartiere Prati di Roma, scusateci ma non ve lo avevamo detto oggi io e Mario scriviamo questo articolo in esterna ma poi vogliamo fare della sperimentazione, descriveremo "La stanza da letto" di Van Gogh immaginando di vederla con la fantasia come se fosse la scenografia di una rappresentazione teatrale di un monologo.

Non vogliamo guastarvi la sorpresa, forza entriamo a passi lenti ci guardiamo intorno tutto emana calore e colore, ci sediamo al centro scegliamo a caso i posti, le poltrone sono di velluto rosso e confortevoli, la moquette grigia sotto i piedi ci accarezza la fantasia, tutto questo è magia, davanti a noi il sipario imperiale è già aperto la camera da letto di Van Gogh quasi la possiamo toccare con la mano è perfettamente intonata con l'atmosfera che respiriamo adesso, il letto giallo è su un piano inclinato, stacca il rosso del lenzuolo materia intensa fra le coperte e i cuscini gialli, il letto è attaccato al muro, le pareti della stanza sono celesti, così come le porte e il soffitto, quadri pendenti, asciugamani verdi tutto è ordinatamente disposto, dalla finestra dai montanti verde scuro filtra la luce gialla sfumata di verde chiaro, la pennellata è decisa e netta irradia di calma il tavolino di legno giallo e le sue cose.

Van Gogh ha usato il blu, il giallo, che mixati insieme diventa verde, poi il rosso che insieme al giallo diventa arancio, il bianco che impastato lieve con il blu diventa celeste, forse per sbaglio ha fatto un pò più scura una cornice del quadro vicina alla finestra, ma sì per sbaglio, perchè no, invece il pavimento è di un marrone molto chiaro, tecnica arguta per aumentare la profondità proprio lì dove c'è l'altra sedia gialla di paglia, ma ecco che le luci si attenuano, un suono di mandolino le accompagna e sulle note un giovane musicista proprio su quella sedia in fondo alla scena si siede e pizzica con la sua arte una melodia, ve lo presento.

Ecco a voi Francesco Mammola con note armoniose illumina la calma che Van Gogh cercava e a tutto il mondo fece omaggio, il pubblico che sta entrando in sala, per rispetto di Francesco cerca di non farlo con rumore, nel silenzio sono solo note con le corde dell'amore di mandolino dentro la scena che va adesso ad aprirsi per noi, per voi, fra le sfumature timbriche entra un attrice da dietro le quinte, ma è lei, Giovanna la Milanese, si è spogliata del suo caratteraccio, del suo ghigno arcigno, ora indossa dei pantaloni larghi gialli, una maglia di cotone gialla, dei calzini verdi, saluta con un sorriso il pubblico in attesa, dopo aver stretto la mano di Francesco prende posto sulla sedia impagliata di giallo poco prima della ribalta, silenzio in sala ora di pace si parla.


- oooooohhh eccomi qui seduta sulla sedia di Van Gogh nella  sua stanza dipinta di pace
  mi piace quest'aria luminosa , la cerchiamo tutti da secoli, la vediamo la tocchiamo, 
  sappiamo che esiste - dalle prime file qualcuno gli tira una parrucca gialla, un altro lì 
  sulla sinistra gli tira una giacca verde, l'attrice l'indossa - eppure i libri di storia sono 
  pieni di guerre, morti ammazzati, gente affamata e impaurita, i libri di carta impregnati di
  sangue e dolore, la tv e i giornali sono tristi di notizie assurde, eppure sarebbe tanto 
  bello stare in santa pace, alzarsi la mattina andare a lavorare, studiare, gioire, qualche  
  volta anche piangere per poi sognare, ma che sciocca dico solo cose ovvie, io qui nella 
  camera da letto di Van Gogh, con voi in cerca di pace, voi potreste dire, vabbè ma se
  stiamo sempre in pace poi ci annoiamo, pensiamo che la vita senza drammi sia finta,
  noi che ci sentiamo come gladiatori nell'arena, vivere o morire, ma no questa è follia.


  Io voglio stare in santa pace, voglio mangiare un gelato in santa pace, voglio correre
  ridere, ballare, posso incazzarmi se buco una ruota e faccio tardi al lavoro, qualcuno 
  svelto mi frega il parcheggio, quando piove e Roma si allaga gli automobilisti,senza 
  pietà te fanno er bagno, ho perso un mazzo di chiavi, il moroso mi ha mollato, nel
  sampietrino un tacco 15 ho infilato, ma così è la vita questo posso sopportarlo, della
  guerra, della violenza non ne posso più, mettete dei fiori nei vostri cannoni e non 
  ne parliamo più, Francesco forza, strappa dalla tua anima musica vitale, mettiti al 
  pianoforte e con le tue note dacci la speranza che il sentimento umano possa prevalere
  sulla barbaria, dalla platea tutti si sono alzati in piedi, magia del cuore e dell'intelletto, è 
  così che Giovanna, attrice per un giorno, e il giovane musicista che l'ha accompagnata
  sulla scena del teatro in Prati, sullo sfondo della camera da letto di Vincent Van Gogh 
  ora tutti noi saluta, io e Mario gli facciamo un segno con la mano come a dire "ci 
  vediamo dopo al bar" riprendiamo la nostra bicicletta speciale, adesso tocca a me a 
  guidare, chi sà Mario a che pensa, forse a Giovanna, al bravo Francesco Mammola, a 
  Van Gogh, al nuovo anno che verrà...è appena iniziato questo 2016, noi 
  proveremo a farlo migliore, ci speriamo, e con questi buoni auspici, salutiamo tutti i 
  lettori e vi aspettiamo al prossimo artista, Walter Fest anche per oggi vi dice ciaooo!