Roma e provincia

Libri: "Lasciato indietro", intervista all'autore Dino Tropea

Dino-Tropea-libro

Un tributo alla resilienza, alla capacità di rialzarsi dopo le cadute , di trovare nuovi significati e nuove opportunità nella vita

Incontriamo Dino Tropea in occasione della presentazione del suo primo libro, "Lasciato indietro", presso il Circolo Ufficiali Marina Militare di Roma, il 22 febbraio 2024. Rilassato, sicuro come chi ha perso tutto nella vita e si è rialzato, forte del suo motto: "Il meglio deve ancora avvenire". Un velo di tristezza, però, riempie i suoi occhi in cerca dello sguardo di chi anche in quest'occasione ha scelto di non esserci, sua figlia Onda musa ispiratrice del libro.
L'originale biografia di un taciturno siciliano che sognava di volare, incuriosisce non solo per la materia trattata, l'amore in tutte le sue sfumature, ma per la semplicità con cui la veste romanzesca talvolta assume i contorni di un vero e proprio saggio sulla resilienza.

Come è nata l'idea di trasformare la tua biografia in una sorta di trattato sull'edificazione sociale della resilienza di fronte alle avversità?
L'idea di scrivere il mio libro è nata da una duplice necessità: da una parte, l'impossibilità di comunicare verbalmente con mia figlia Onda, che dopo la separazione ha scelto di stare dalla parte di sua madre; dall'altra, la necessità di scrivere un diario per liberarmi dei pensieri che affollavano la mia mente, i pensieri intrusivi. Scrivendo il mio libro, ho voluto raccontare la mia storia di vita, fatta di amore e sconfitte, di gioie e difficoltà, di avventure e tragedie. Ho voluto anche condividere le lezioni che ho imparato, le sfide che ho affrontato, la forza che ho trovato. Il mio libro non è solo una biografia, ma anche un tributo alla resilienza, alla capacità di rialzarsi dopo le cadute, di trovare nuovi significati e nuove opportunità nella vita. Il mio libro vuole anche essere un invito alla solidarietà, alla comprensione, al sostegno reciproco tra le persone che vivono situazioni simili alla mia, soprattutto nel contesto della Forza Armata, dove spesso si tende a nascondere le proprie fragilità e a non chiedere aiuto. Il mio libro vuole essere una testimonianza di speranza, di coraggio, di rinascita.
Ho voluto dedicare il libro a Marianna, a mia figlia Nebula, mai nata, alla mia famiglia di origine alle persone, città, luoghi ed organizzazioni che hanno fatto parte della mia vita , che mi ha sostenuto e dato fiducia.

"Nessuno deve essere lasciato indietro": questo principio dovrebbe essere un pilastro della società ma se guardiamo a quella attuale o dentro le nostre vite, non è forse semplicemente un'utopia?
Sebbene il principio 'Nessuno deve essere lasciato indietro' possa sembrare un'utopia data la complessità delle disuguaglianze presenti nella società contemporanea, ritengo che sia una visione che meritiamo di perseguire con impegno e determinazione. È vero che le sfide che affrontiamo possono sembrare scoraggianti, ma credo fermamente che sia possibile realizzare questa visione attraverso un impegno collettivo e azioni concrete.
È fondamentale che chi ci governa, così come coloro che guidano organizzazioni, agenzie, associazioni e imprese, si impegnino a promuovere il bene pubblico e ad adottare pratiche etiche che favoriscano l'inclusione e l'uguaglianza di opportunità per tutti i membri della società. Questo implica l'adozione di politiche che garantiscono un accesso equo ai servizi e alle risorse, la protezione dei diritti umani e l'eliminazione delle barriere che impediscono alle persone di partecipare pienamente alla società.
Riconosco che il cammino verso un mondo in cui nessuno sia lasciato indietro è lungo e pieno di sfide, ma ogni passo in avanti è significativo. Credo fermamente che, con una consapevolezza crescente e un impegno costante, possiamo tradurre questo principio in realtà e costruire una società più giusta, inclusiva e solidale per tutti." Come diceva Martin Luther King: "Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo ancora imparato l'arte semplice di vivere insieme come fratelli".

Tra i temi che ricorrono spesso nel tuo libro ci sono la salute mentale e la dipendenza dai social. Un vero e proprio labirinto, come ne usciamo?
Affrontare la salute mentale e la dipendenza dai social media può certamente sembrare come navigare in un labirinto, ma ci sono diverse strategie che possono aiutare a trovare la via d'uscita e a promuovere un benessere psicologico equilibrato:
 Consapevolezza e auto-riflessione: Il primo passo è diventare consapevoli dei propri schemi di pensiero, delle emozioni e dei comportamenti legati alla salute mentale e all'uso dei social media. Farsi domande come "Perché mi sento così?" o "Cosa mi spinge a passare così tanto tempo sui social media?" può aiutare a comprendere meglio se stessi e le proprie abitudini.
 Limitare l'uso dei social media: Stabilire una età minima ad esempio 18 anni per l'uso degli smart device (Internet of Things - IOT), vincolo legato al codice fiscale da inserire nel momento dell'inizializzazione del dispositivo, prevedere una "patente", come descriverò meglio in seguito. Oppure più semplicemente impostare limiti di tempo per l'uso dei social media può aiutare a ridurre la dipendenza e a bilanciare il tempo trascorso online con altre attività che favoriscono il benessere, come l'esercizio fisico, la lettura o il tempo trascorso con persone care. Ci sono diverse proposte di legge in discussione ma, per quanto ne so, al momento nessuna è stata presa in seria considerazione o ha superato una prima fase di scrutinio.
 Coltivare relazioni offline: investire tempo e sforzi nelle relazioni faccia a faccia può contribuire a ridurre l'isolamento sociale e a promuovere un senso di appartenenza e supporto reciproco.
 Praticare l'autocura: Prendersi cura di sé stessi è fondamentale per la salute mentale. Ciò può includere attività come la meditazione, lo yoga, la respirazione profonda, la creazione di una routine di sonno regolare e la ricerca di aiuto professionale quando necessario.
 Educarsi sulle implicazioni dell'uso dei social media: Comprendere i rischi e i benefici dell'uso dei social media può aiutare a fare scelte più consapevoli e a sviluppare strategie per gestire in modo sano la propria presenza online.
 Chiedere aiuto quando necessario: non esitare a cercare supporto da amici, familiari, professionisti della salute mentale o gruppi di supporto in caso di difficoltà legate alla salute mentale o alla dipendenza dai social media. Chiedere aiuto è un atto di coraggio e può essere il primo passo verso il cambiamento positivo.
Affrontare la salute mentale e la dipendenza dai social media può richiedere tempo e impegno, ma con determinazione e supporto è possibile trovare la via d'uscita dal labirinto e promuovere un benessere psicologico equilibrato.
Chiudo con la mia proposta di prevedere una nuova figura di assistenza familiare oggi necessaria lo Psicologo Clinico o Di Famiglia, figura che va ad affiancarsi al medico di famiglia, per la cura del paziente a 360 gradi. "Ciò che non ci uccide ci rende più forti." - Friedrich Nietzsche

Scrivi molto di matrimonio, separazione e amore. Qual è la tua ricetta per far funzionare un matrimonio?
Nel mio libro affronto la delicata questione degli accordi prematrimoniali, citando due famose frasi: 'L'amore è bello finché dura', attribuita a Shakespeare, e 'la stagione dell'amore che viene e va', di Franco Battiato. Come ha scritto Manzoni, 'se non si è capaci di scrivere un accordo durante la stagione dell'amore, questo matrimonio non sa da fare'.
La mia visione del matrimonio è che dovrebbe essere guidato dai sentimenti anziché dalla ricerca del buon partito o dalla fuga da una realtà tossica. In tali situazioni, chi pagherà saranno i figli. La mia ricetta per far funzionare un matrimonio include:
1. Comunicazione aperta e onesta.
2. Rispetto reciproco.
3. Supporto reciproco.
4. Flessibilità e adattabilità.
5. Coltivare l'amore e l'intimità.
Investire nel benessere della relazione e prendersi cura dei figli sono aspetti cruciali per garantire la felicità e la stabilità familiare nel lungo termine."


Che cos'è l'amore per Dino Tropea?
"L'amore per me è una ricchezza di sentimenti profondi e autentici. Significa cercare costantemente lo sguardo della persona amata, desiderare di trascorrere momenti preziosi insieme e condividere esperienze significative. Quando amo veramente qualcuno, le azioni che compio per loro sono guidate dall'amore e dalla cura, e non le sento come un peso, ma come un privilegio.
Inoltre, l'amore implica reciprocità e rispetto reciproco. È fondamentale che entrambi i partner si sostengano a vicenda e si rispettino nei loro desideri, sentimenti e aspirazioni.
Nella buona e nella cattiva sorte, l'amore è la forza che ci sostiene e ci accompagna lungo il cammino della vita. Nei momenti di gioia e felicità, ci nutriamo della presenza e della complicità della persona amata, mentre nei momenti di difficoltà e prova, ci affidiamo al suo sostegno e alla sua solidarietà. È durante le sfide più difficili che l'amore si manifesta nella sua forma più autentica, spronandoci a essere presenti, a supportarci reciprocamente e a superare insieme ogni ostacolo.
Nella buona e nella cattiva sorte, l'amore ci insegna la resilienza, la compassione e la fiducia nel potere dell'unione. È il faro che illumina il nostro cammino, anche nei momenti più bui, guidandoci verso la speranza e la rinascita."

Scrivi molto di sogni e ottimismo, come dici tu il "Meglio deve ancora avvenire". Ma a conti fatti qual è la tua ricetta per farcela nella vita?
"La mia ricetta per farcela nella vita si basa sull'idea di non mollare mai, anche quando le sfide sembrano insormontabili. Significa essere flessibili, piegarsi ma non spezzarsi, e avere il coraggio di chiedere supporto quando necessario.
Inoltre, credo fermamente che il 'Meglio deve ancora avvenire' non debba essere solo un'attesa passiva, ma una volontà attiva di costruire il futuro desiderato, possibilmente insieme alle persone amate. Il cielo può darci delle benedizioni, come nel mio caso con Alice, ma sta a noi fare in modo che il meglio avvenga, lavorando con impegno e determinazione per realizzare i nostri sogni e obiettivi."
La determinazione, il coraggio e la fiducia nel potere del lavoro duro e dell'amore sono le mie muse ispiratrici e illuminano la mia strada per affrontare la vita con ottimismo e speranza.

Infine, perché il tuo libro dovrebbe essere letto?
"Il mio libro, 'Lasciato Indietro', rappresenta il mio dono alla società di oggi. Attraverso le pagine di questo libro, condivido la mia esperienza di vita e le risorse che ho acquisito per sviluppare la mia capacità di resilienza. È un'opera che attinge alla mia profonda consapevolezza dei percorsi intrapresi e delle sfide superate nel corso degli anni.
Perché dovresti leggerlo? Perché credo fermamente che ogni pagina sia intrisa di conoscenza preziosa per tutti coloro che desiderano crescere, imparare e affrontare le sfide della vita con forza e determinazione. Immagina un ventenne che si immerge in 'Lasciato Indietro': troverà un tesoro di saggezza e consapevolezza, un bagaglio che molti sognano di avere, quel mix perfetto di gioventù e esperienza che può illuminare il suo cammino verso il futuro.
D'altra parte, anche un cinquantenne che si trova ad affrontare un momento di difficoltà può trovare in 'Lasciato Indietro' una guida preziosa. Troverà conforto nell'essere accompagnato da una voce che ha attraversato tempeste simili, che ha provato il peso delle sfide e ha trovato la forza per superarle. Il mio libro offre speranza e fiducia: ogni lettore, come me, può farcela.
Inoltre, un obiettivo principale del mio libro è comunicare a mia figlia Onda chi ero prima che lei nascesse, le esperienze che ho vissuto e le sfide che ho affrontato. Desidero che conosca la mia storia in modo completo e autentico, affinché possa comprendere appieno il percorso che mi ha portato ad essere il padre che sono oggi. Voglio che sia fiera di me, delle mie conquiste e delle mie debolezze, e che possa trarre ispirazione dalla mia esperienza per affrontare le sue sfide personali con coraggio e determinazione."

I proventi della vendita del libro saranno devoluti in beneficienza, come spiega la campagna in atto "1.000 copie per 1.000 euro" alla TIN del Bambino Gesù di Roma