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Diritti e Doveri

Violenza contro le donne, Consiglio Lazio approva legge

violenza donne

 Stanziato un milione di euro. La Regione potrà costituirsi parte civile nei processi. Immobili regionali potranno essere dati in uso a centri antiviolenza, case rifugio e di semiautonomia. 

Via libera a maggioranza, dal Consiglio regionale del Lazio presieduto dal vicepresidente Massimiliano Valeriani (Pd), alla legge di ‘Riordino delle disposizioni per contrastare la violenza contro le donne in quanto basata sul genere e per la promozione di una cultura del rispetto dei diritti umani fondamentali e delle differenze tra uomo e donna’.

Primo firmatario della proposta, sottoposta a diverse modifiche da parte dell’Aula, il consigliere Simone Lupi (Pd). Alla votazione 28 i favorevoli, 6 contrari e un astenuto. Ai lavori ha partecipato l’assessore alle Politiche sociali e sport Rita Visini.
 
 
La normativa approvata questa sera (ndr ieri sera) prevede il potenziamento dei servizi per le donne vittime di violenza – attraverso una presenza omogenea delle strutture in tutto il territorio regionale e l’introduzione di nuove forme di sostegno – la creazione di una cabina di regia, con compiti di coordinamento e l’istituzione di un osservatorio regionale per il monitoraggio e l’analisi dei dati.

La Regione potrà individuare, nell’ambito del proprio patrimonio, immobili da dare in comodato d’uso a centri antiviolenza, case rifugio e case di semiautonomia e avrà, grazie a questa legge, la facoltà di costituirsi parte civile nei processi per reati di violenza su donne o minori.
 
 
Istituito un apposito Fondo, con una dotazione di un milione di euro, e previsto che le misure da mettere in atto per la prevenzione e il contrasto alla violenza siano definite dalla Giunta attraverso un piano triennale. Tra gli interventi enunciati: la promozione di campagne di sensibilizzazione, progetti con le scuole e percorsi formativi per operatori; oltre al sostegno di azioni per il potenziamento della sicurezza diurna e notturna di luoghi pubblici “a rischio di violenza”. 
 
Nell’annunciare il proprio voto favorevole Francesco Storace (La Destra Storace verso AN) ha sottolineato il lavoro fatto dal Consiglio. “Oggi esce una legge migliore di quella entrata in Aula perché vengono cancellate molte ambiguità” ha dichiarato. Dello stesso parere Giancarlo Righini (Fratelli d’Italia): “Gli emendamenti ci hanno consentito di poter intervenire per migliorare il provvedimento. Speriamo che attraverso questa legge si possa costruire una nuova sensibilità”. Favorevole pure il voto di Pietro Sbardella (Gruppo Misto), il quale ha però osservato che probabilmente ci si sarebbe potuti limitare a modificare la legge esistente e sarebbe stato preferibile affrontare separatamente l’aspetto dell’Osservatorio. 
 
“La discussione di questi giorni ha prodotto il suo frutto – ha invece affermato Marta Bonafoni, esprimendo il voto favorevole del gruppo Per il Lazio – le ambiguità inizialmente evidenziate sono state tutte tolte. Ci apprestiamo a votare una legge che interviene sulla violenza contro le donne e che semplifica la normativa in materia, inglobando i testi esistenti e accogliendo i principi sanciti dalla Convezione di Istanbul”. Voto favorevole anche da parte di Simone Lupi (Pd): “Dal dibattito esce una legge che non interviene solo sull’emergenza ma propone una serie di strumenti e interventi che portano a intervenire su un vero e proprio cambiamento culturale”. 
 
Voto contrario enunciato, invece, da Gianluca Perilli (M5S), perché, pur condividendo l’importanza del tema, “si è arrivati a un legge completamente diversa rispetto al lavoro fatto in commissione: il tema è stato svuotato di significato, le finalità sono venute a mancare e l’impianto è stato stravolto” .

Voto contrario anche da parte di Fabrizio Santori (Gruppo Misto), che si è mostrato critico in particolare rispetto alla previsione delle due nuove strutture (Osservatorio e Cabina) e per il mancato coinvolgimento nella legge delle forze dell’ordine.
 
 
Olimpia Tarzia (Lista Storace), infine, ha annunciato di volersi astenere, pur apprezzando il lavoro di modifica del testo fatto dall’Aula e, in particolare l’accoglimento dei suoi emendamenti, volti a eliminare dal testo il tema del genere e l’attribuzione degli atti violenti solo agli uomini, oltre a quelli tesi ad allargare il coinvolgimento a tutte le associazioni che possono dare il loro contributo. 
 
Accolti, nel corso della lunga seduta di oggi, oltre 40 tra emendamenti e subemendamenti, presentati dalla Giunta e dai consiglieri Tarzia, Storace, Perilli, Gaia Pernarella (M5S), Eugenio Patanè (Pd), Bonafoni, Cristian Carrara (Per il Lazio) e Piero Petrassi (Centro Democratico). 
 
Respinto, a conclusione dei lavori, l’atto di indirizzo presentato dai consiglieri del Movimento 5 Stelle Pernarella, Perilli, Devid Porrello, Valentina Corrado e Silvana Denicolò, con cui si chiedeva “l’estensione delle disposizioni per contrastare la violenza di genere sulle donne anche nei confronti di LGBT” (Lesbiche, gay, bisessuali, transessuali).

Approvato, invece, un ordine del giorno a firma Santori intitolato "Tutela della donna nel matrimonio tradizionale e tutela della libertà d'espressione a fronte della proposta di legge nazionale contro l'omofobia e la transfobia". Respinti, infine, altri due  atti di indirizzo, proposti sempre da Santori, per l’aumento delle pene per le violenze sulle donne e sulla costituzione di un "pink pool", un nucleo operativo della polizia di Roma Capitale dedicato alle donne.