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Diritti e Doveri

Sabato 21 corteo pro studentesse nigeriane rapite promosso da Consulta femminile Lazio

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 Riceviamo e pubblichiamo

Egregio Direttore,
 
il rapimento delle studentesse avvenuto lo scorso 14 aprile in un dormitorio della scuola di Chibok, nella Nigeria nord-orientale, di cui ancora oggi non si è avuta alcuna notizia certa, scuote la sensibilità di intere comunità esigendo l’impegno di ciascuno ad assumere iniziative di mobilitazione per sollecitare la loro liberazione.

L’attacco all’istruzione e alla libertà delle donne rappresenta un gravissimo atto di arretratezza culturale, mistificato da un credo religioso, che non può essere considerato un fatto locale e isolato, bensì deve interrogare l’intera collettività sulla persistente negazione dei diritti umani e sull’impossibilità della donna di affermare il valore della sua differenza.
Noi italiane e cittadine europee, non possiamo assistere inermi a quanto accade oltre le nostre frontiere perché l’umanità non ha confini. Ogni ragazza negata alla vita pubblica, lesa nella dignità e nella libertà di scelta, è una ferita aperta per l’intero genere umano e una privazione di saggezza per tutta la società.

Per questi motivi la Consulta femminile regionale per le pari opportunità della Regione Lazio (organismo previsto dallo Statuto e istituito dalla legge regionale n. 58/76), ha raccolto la richiesta dell’Associazione delle donne nigeriane e dell’Associazione Interculturale Griot, nonché di altre associazioni femminili, a impegnarsi per sollecitare l’opinione pubblica  su un tema di carattere universale quale quello dei diritti umani.
A tal fine ha promosso un appello e una manifestazione per il prossimo 21 giugno a Roma, con un corteo che partirà alle ore 17.30 da Piazza del Campidoglio per confluire a Piazza Farnese alle ore 18.30.

A Piazza Farnese verrà allestito un palco per consentire alle autorità presenti e alle donne di testimoniare il proprio pensiero di condanna verso ogni forma di sopraffazione.
Questo nostro sentire sarà vano se gli organi di stampa e dei mass media non aiutano la diffusione del messaggio teso a sollecitare i Governi e le Comunità Internazionali a intraprendere tutte le iniziative necessarie per affermare i diritti umani e la necessità delle civiltà più avanzate a contribuire per la libertà culturale e per le pari opportunità.

Il nostro slogan “Libere di essere- Libere di scegliere” #BringBackOurGilrs accompagna tutta la nostra mobilitazione.
Per quanto su esposto siamo a chiederLe di dare la massima comunicazione dell’iniziativa in modo da contribuire alle finalità che ci siamo proposte.
Certa della sensibilità della Sua testata giornalistica, cordiali saluti
La Presidente Donatina Persichetti   
 
 
 
COMUNICATO STAMPA

Sabato 21 giugno si svolgerà a Roma dalle ore 17 una manifestazione da Piazza del Campidoglio fino a Piazza Farnese, nella quale alle 18.30 confluirà il corteo promosso dalla Consulta femminile per le pari opportunità del Lazio insieme all’Associazione Nigerian Community Rome-Lazio e all’Associazione Interculturale Griot per supportare la causa delle 240 studentesse nigeriane rapite dal gruppo terroristico Boko Haram lo scorso 14 aprile in un dormitorio della scuola di Chibok, nella Nigeria nord-orientale, di cui ancora oggi non si è avuta alcuna notizia.
 
"Libere di essere – Libere di scegliere” #BringBackOurGirls, è lo slogan che accompagna la campagna e l’appello online presente sul sito del Consiglio regionale del Lazio per la raccolta firme che rimarrà attivo fino al 21 giugno prossimo (www.consiglio.regione.lazio.it).
 
“Un simile attacco all’istruzione e alla libertà delle donne non può non vederci protagoniste nel sollecitare l’opinione pubblica per la difesa dei diritti umani. Ci appelliamo al Governo italiano, all’Unione Europea e alla Comunità Internazionale affinché si mettano in atto tutte le iniziative necessarie per la liberazione delle ragazze rapite”, ha dichiarato la presidente della Consulta, Donatina Persichetti.
 
Il gruppo Boko Haram, il cui nome in lingua Hausa significa «l’educazione occidentale è peccato», ha dichiarato che le ragazze saranno vendute come schiave e sposate a forza perché, secondo l’organizzazione terroristica ritenuta responsabile di quasi 500 omicidi in Nigeria, «le ragazze devono lasciare la scuola e sposarsi», rivendicando il rapimento in nome di Allah. In un precedente attacco portato nel Borno (uno dei 36 stati della Nigeria), gli assalitori di Boko Haram avevano circondato un'altra scuola femminile, obbligando le liceali a uscire e ordinando loro di far immediatamente ritorno nei loro villaggi.
 
Uomini sospettati di essere militanti del gruppo islamista Boko Haram hanno ucciso domenica scorsa 25 persone nel villaggio di Daku, a circa 30 chilometri da dove sono state rapite le studentesse, mentre un attentatore suicida si è fatto esplodere in mezzo alla folla di appassionati di calcio che stavano seguendo la partita Brasile-Messico su un mega schermo all'aperto in una cittadina nello stato di Yobe, nella Nigeria settentrionale. Le autorità nigeriane hanno dichiarato lo stato di emergenza in tre stati dopo l'attacco che si ritiene sia nuovamente opera di Boko Haram che ha causato numerosi morti e feriti.
 
"Questi sono ulteriori motivi per mobilitarsi e condannare un terrorismo spietato contro il valore della persona", ha aggiunto Persichetti.