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Diritti e Doveri

Difensore civico e diritto alla salute: perché oggi è un presidio indispensabile per i cittadini

La tutela del diritto alla salute non è più soltanto una questione sanitaria, ma un tema che intreccia cittadinanza, accesso ai servizi, trasparenza e innovazione. In un momento storico in cui il Servizio Sanitario Nazionale affronta trasformazioni profonde – dalla digitalizzazione alla carenza di personale, fino alle crescenti disuguaglianze territoriali – il ruolo del Difensore civico emerge con sempre maggiore forza come presidio di garanzia per i cittadini.

Alla vigilia del confronto che il Difensore civico del Lazio, Marino Fardelli, ha convocato per il 24 novembre 2025, il dibattito si concentra proprio su questo: quale contributo può dare oggi il Difensore civico al diritto alla salute? E quali nuovi scenari si aprono tra innovazione, responsabilità istituzionale e relazione diretta con i cittadini?

Il Difensore civico come ponte tra persone e istituzioni

Negli ultimi anni, la figura del Difensore civico si è progressivamente affermata come organismo di garanzia capace di intercettare criticità, raccogliere segnalazioni e promuovere soluzioni per tutelare i cittadini nei confronti della pubblica amministrazione.

In ambito sanitario, questa funzione assume un peso ancora maggiore: liste d'attesa, difficoltà di accesso alle cure, ritardi amministrativi, problemi di comunicazione tra strutture e utenti.
Qui il Difensore civico può intervenire non solo come mediatore, ma come garante della correttezza del sistema, stimolando trasparenza e velocità nelle risposte.

Nuove sfide: digitalizzazione, equità, semplificazione

Il sistema sanitario italiano sta attraversando una fase di forte innovazione: cartelle cliniche digitali, telemedicina, intelligenza artificiale, interoperabilità dei dati. Strumenti che possono migliorare l'assistenza, ma che rischiano anche di ampliare le distanze tra chi ha capacità di orientarsi e chi ne rimane escluso.

Da qui nasce l'esigenza di una figura che supporti i cittadini e vigili sull'equità dei processi: la sanità digitale deve essere un diritto, non un ostacolo.

Allo stesso tempo, cresce la domanda di semplificazione nelle relazioni con la PA e di una maggiore trasparenza nelle procedure. Temi che richiedono visione istituzionale, capacità di ascolto e un impegno costante nel tradurre la complessità in percorsi chiari per tutti.

Il contributo del quadro normativo

Il confronto porterà anche la voce di esperti come Federico Gelli, promotore della Legge Gelli-Bianco del 2017, che ha ridisegnato la responsabilità sanitaria e la relazione tra cittadini, operatori e strutture.
Un richiamo importante in un contesto in cui la fiducia tra utenti e sistema sanitario è spesso messa alla prova.

I giovani e la cittadinanza attiva

Uno dei punti centrali del dibattito sarà la partecipazione degli studenti, chiamati non come spettatori ma come parte attiva.
La tutela della salute, infatti, non è un tema esclusivamente tecnico: riguarda la formazione civica, la consapevolezza dei propri diritti e il modo in cui le nuove generazioni immaginano la sanità del futuro.

"La salute non è solo un diritto, è un valore"

«La tutela del diritto alla salute richiede presenza, ascolto e responsabilità», afferma il Difensore civico Marino Fardelli, ricordando come la sua funzione sia oggi un punto di riferimento per chi cerca risposte chiare e tutela concreta.

Fardelli sottolinea l'importanza di "immaginare soluzioni condivise, coinvolgendo istituzioni, professionisti e giovani", perché la salute non può essere vista come un tema chiuso nei palazzi, ma come un valore collettivo da proteggere con equità e competenza.