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Diritti e Doveri

Sentenza della Cassazione a Sezioni Unite: possibili effetti sugli swap sottoscritti da Aziende ed Enti Locali

corte cassazione

Lo scorso 12 maggio 2020 è stata pubblicata la sentenza della Corte di Cassazione, Sezioni Unite, n. 8770, in tema di contratti derivati, destinata ad essere una pietra miliare, non solo per i contenziosi degli enti pubblici, ma anche, e soprattutto, per tutto il mondo corporate.

L'importanza della pronuncia è epica in quanto è stata fatta chiarezza su molteplici aspetti cruciali, in ambito di contenzioso su derivati, in cui dottrina e giurisprudenza, hanno visto mutare orientamenti ed interpretazioni nel corso degli ultimi 10 anni.

La Corte di Cassazione, anzitutto, ha stabilito che i Comuni possono stipulare contratti di tipo Interest Rate Swap, a pena di nullità, dietro delibera del Consiglio comunale (i) in caso di corresponsione di Upfront, (ii) nel caso in cui la negoziazione si traduce nell'estinzione dei precedenti rapporti di mutuo sottostanti, ovvero (iii) anche nel loro mantenimento in vita, ma con rilevanti modificazioni.

Oltre a tale principio, essenziale per il contenzioso degli enti locali, la Suprema Corte ha specificato che affinché sia ritenuto valido un contratto swap, la Banca deve indicare il valore iniziale del Mark to Market e l'ammontare dei costi impliciti.

L'Istituto deve quindi comunicare alla controparte gli scenari probabilistici in quanto l'alea deve essere misurata, sia qualitativamente sia quantitativamente.

Leggi la nota Cassazione SU n.8770