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Barbablù di Hattie Naylor: una riflessione profonda sulle radici della violenza di genere

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Dal 15 al 17 novembre, il Teatro Belli ha ospitato lo spettacolo Barbablù di Hattie Naylor, nell'ambito della rassegna TREND - Nuove Frontiere della Scena Britannica. Diretto da Giulia Paoletti e interpretato da Edoardo Frullini, questo intenso lavoro teatrale invita il pubblico a riflettere sui meccanismi profondi che alimentano la violenza di genere.

Hattie Naylor utilizza il personaggio di Barbablù come metafora di comportamenti patologici che emergono da radici profonde e invisibili. Lo spettacolo non si limita a rappresentare il male attraverso i suoi effetti visibili, ma si immerge nella complessità delle dinamiche umane e sociali che ne costituiscono le basi.

Esplorare il confine tra relazioni sane e patologia

Barbablù rappresenta una visione distorta delle relazioni e dei sentimenti, ma lo spettacolo invita a interrogarsi su una domanda cruciale: qual è il limite oltre il quale il consentito diventa violenza? Le donne di Barbablù non sono solo vittime di un singolo atto, ma di una cultura e di un contesto sociale che le rendono vulnerabili. Spesso cresciute in famiglie e società dove la forza femminile è stata soffocata o asservita, queste donne incarnano una condizione di fragilità indotta da aspettative e modelli culturali.

Un gioco di forze e ruoli confusi

Il testo della Naylor evidenzia come ogni relazione possa trasformarsi in un gioco di potere, in cui i ruoli di predatore e preda si confondono. Entrambi i protagonisti conoscono le regole di questo gioco, ma pochi osano infrangerle per paura di mostrarsi vulnerabili. È in questo spazio complesso che lo spettacolo cerca di indagare la natura della violenza, non per giustificarla, ma per comprenderne le cause profonde e aprire la strada alla possibilità di estirpare il male alla radice.

Una regia che amplifica il messaggio

La regia di Giulia Paoletti guida il pubblico attraverso un'esperienza emotiva e intellettuale, con un'interpretazione potente di Edoardo Frullini. La messa in scena si fa strumento per mettere a nudo la complessità del dualismo carnefice-vittima, sfidando lo spettatore a guardare oltre l'apparenza e ad affrontare le scomode domande che ne derivano.

Un messaggio necessario

Barbablù non è solo uno spettacolo, ma una chiamata alla riflessione collettiva. Capire le cause profonde della violenza di genere significa riconoscerle, affrontarle e, possibilmente, superarle. Lo spettacolo ci ricorda che è necessario scendere in quei territori sconosciuti dove la vulnerabilità può trasformarsi in forza, e dove si può immaginare un mondo libero da dinamiche oppressive.

Sara Brillo

 

Foto di Claudio Giuli