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Sab27042024

Ultimo aggiornamento03:10:56 PM

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Tra storia antica e speranze moderne: riflessioni dalla Terra Santa

Nelle affascinanti strade di Gerusalemme, avvolte dalle testimonianze millenarie di civiltà che si sono susseguite nel tempo, ho avuto il privilegio di camminare. Ogni pietra, ogni muro, ogni minareto racconta una storia antica, intessuta di tensioni e conflitti secolari, ma anche di una speranza costante nel futuro.

La mia permanenza di due anni nella Terra Santa e un ulteriore anno in Egitto mi hanno permesso di immergermi profondamente nella ricchezza culturale e spirituale di questa regione. Ho vissuto esperienze uniche, come percorrere la Via Dolorosa, sostare di fronte alla magnificenza della Chiesa del Santo Sepolcro e ascoltare le preghiere che si alzano dalla Moschea di Al-Aqsa. Ho visitato luoghi cari a diverse comunità religiose, come Betlemme, con la sua profonda solennità.

Tuttavia, al di là della dimensione spirituale, è stata la straordinaria resilienza delle persone che ho incontrato a lasciare un'impronta indelebile nella mia esperienza. Ho lavorato fianco a fianco con israeliani e ho condiviso conversazioni significative con i palestinesi, cogliendo l'umanità e la determinazione di fronte alle sfide quotidiane, compresa la minaccia costante del conflitto.

La sirena che annuncia l'arrivo dei razzi da Gaza, la corsa verso i rifugi anti-aerei, la chiave della casa di famiglia ancora portata dai palestinesi espropriati durante la seconda guerra mondiale sono solo alcune delle molteplici manifestazioni di un conflitto che persiste da troppo tempo.

In particolare, la chiave della casa perduta, ancora tenuta con affetto dai palestinesi, rappresenta simbolicamente la ricerca continua di pace e riconciliazione. È un segno tangibile della resilienza e della speranza che caratterizzano questa regione, nonostante le difficoltà incontrate.

Di contro, la presenza e l'azione di gruppi armati non affiliati allo Stato non dovrebbero essere tollerate né autorizzate, ma piuttosto condannate senza esitazione. Questi gruppi, comunemente noti come 'gruppi armati non statali' o 'organizzazioni armate non governative', rappresentano una minaccia alla pace e alla sicurezza e devono essere affrontati con fermezza.

La mia esperienza in Medio Oriente mi ha convinto ancor di più che la guerra non può mai essere la soluzione. Ogni atto di violenza avvia un ciclo senza fine di sofferenza e distruzione. È imperativo che la comunità internazionale si impegni con fermezza affinché nessuno sia "Lasciato Indietro", favorendo una soluzione pacifica e duratura, basata su una mediazione equa e inclusiva.

In questo periodo di Pasqua, mentre celebriamo il concetto di rinascita e speranza, è fondamentale riflettere sulle possibilità di un futuro in cui la pace possa fiorire in questa regione tormentata. Auspico che la comunità internazionale possa concentrare i propri sforzi su tale obiettivo, insieme ad altre crisi globali, come quella russo-ucraina, per garantire un mondo più equo e pacifico per tutti.

Che questa Pasqua sia un momento di profonda riflessione e impegno per un futuro migliore, caratterizzato da pace e giustizia per tutti i popoli del mondo."

Dino Tropea